Il Pdff è l’unico festival europeo interamente dedicato al falso documentario, o mockumentary se si preferisce.
È un elogio alla bugia formato 16:9; una competizione creativa lunga 96 ore, per cineasti che amano mentire con stile (quello documentaristico) e ne fanno un vanto; un modo non convenzionale di promuovere il territorio piemontese e tutte le sue risorse, anche quelle meno evidenti.
Al Pdff si fa ‘cine’ nell’accezione più nazionale di cinema, e in quella più regionale di gazzarra.
Perché, bisogna dirlo, crea un certo subbuglio questa produzione cinematografica partecipata che dura cinque giorni e vede protagoniste sette equipe (ciascuna formata da tre cineasti e selezionate attraverso un bando), sette comuni montani e le persone che in quei comuni abitano, operano, villeggiano.
Al Pdff si fa ‘cine’ mescolando le carte del vero con quelle del falso per costruire storie che rivelino il territorio in modo divertito e menzognero.
Il Pdff è dunque un festival, sì, ma è più di tutto un’occasione per raccontarla e sentirsela raccontare per bene.
Si dice che le bugie abbiano le gambe corte. Sarebbe da verificare. In questi anni abbiamo però scoperto che le bugie dichiarate hanno certamente gambe robuste, solide, muscolose. Gambe perfette per le location di montagna in cui si svolge il concorso di creazione del festival. Location dove, ne siamo certi, anche dopo il festival, si troveranno almeno sei buoni motivi per tornare: l’aria fresca che vince a mani basse sul caldo torrido delle città in estate; formaggi appetitosi con cui intrattenersi in conversazioni piacevoli perché i loro fermenti non sono soltanto vivi, sono anche dei discreti buontemponi; simpatici valligiani goderecci nelle cui vene non scorre sangue, bensì Pastis; miti nonnine pronte a mordervi sul collo se lasciate insoddisfatte; masche dispettose, decise a far vivere vere notti da brivido e, non da ultimo, un paesaggio che lascerebbe ammutolito anche il formaggio di cui sopra, e non è facile.
Perché ci sembrava che un evento come il Pdff mancasse. Perché ci sono tanti modi per raccontare e animare un territorio, e altrettanti per fare cinema, e questo era quello che ci piaceva di più. Perché se non provate non potete credere quanto con queste persone, in mezzo a questa storia, in questo contesto strampalato, non ci si annoi mai… No, va be’, a essere onesti è tutto di una noia mortale. Meglio una bel viaggio organizzato in un bel villaggio turistico con la formula all inclusive e il corso di balli caraibici alle due del pomeriggio. Parola di bugiardi!
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