“Il Nocciòlo della questione” – Serravalle Langhe – Intervista a Sonia Iacobone

L’unica troupe interamente al femminile: Obiettivo film, composta da Sonia Iacobone, Maura Bruno, Jessica Rodinò, ha partecipato per la prima volta al PDFF 2022 e, con la sua idea dedicata a Serravalle Langhe, “Il nocciòlo della questione” si è aggiudicata niente meno che il premio come miglior cortometraggio del Festival e il premio distribuzione. Cosa si nasconde dietro questo talento? Lo abbiamo chiesto direttamente a Sonia. 

 

Partiamo da Obiettivo film: chi siete e come siete approdate al PDFF? 

“Obiettivo film siamo io e Maura, Jessica fa un altro lavoro ma avevamo fatto con lei una fiction insieme dove era stata la nostra sceneggiatrice. Per cui ci siamo dette: squadra che vince non si cambia, e così l’abbiamo riportata a bordo. Le farò cambiare lavoro prima o poi!”

L’unica squadra tutta di sole ragazze! 

“Ci teniamo a questa cosa, è un fatto di orgoglio. In realtà ci ha portato al festival Domenico Bruzzese, di un’altra troupe, e penso ci abbia odiato profondamente, perché abbiamo vinto! Ci aveva raccontano la cosa e dato che da un po’ eravamo ferme nella routine della sopravvivenza ci siamo lanciate in un’avventura per stimolarci un po’ e per divertirci”

Così un po’ è stato: siete state assegnate a Serravalle Langhe, patria della nocciola!

“Tra l’altro noi abbiamo scelto il paese a caso perché ci piaceva, ma non sapevamo neanche che avesse vinto già l’anno precedente, per esempio, e non sapevamo che era uno dei pochi paesi che non hanno praticamente nulla. C’è giusto la nocciola…”

L’idea per il corto come vi è venuta?

“Abbiamo pensato a qualcosa che fosse un po’ assurdo, come prevede il festival.  A Jessica è arrivata l’intuizione della nocciola come elisir di lunga vita che ha subìto ovviamente 200 variazioni: eravamo partite da un’idea molto più grande di quello che poteva essere. Io sono quella che razionalizza e ho detto ok, togliamo questa cosa e quest’altra. Alla fine è diventata l’idea del referendum e ci ha permesso di partire dalla situazione esistente, senza tutta la parte prima che riguardava la scoperta della nocciola ecc ecc. Una situazione di fatto dove la gente votava per decidere se dare avvio o no alla ricerca sulla nocciola. L’idea è arrivata in questo modo: la nocciola dell’elisir di lunga vita”

Come è stato lavorare con gli attori improvvisati?

“I primi giorni ci guardavano malissimo! Le signore del centro anziani erano spaventate, erano andate a dire al responsabile che c’erano delle persone che volevano far firmare i contratti della luce, perché chiedevamo di firmare la liberatoria ed erano diffidenti! E poi una delle scene più belle è stata nei primissimi giorni: faccio volare il drone, esce fuori una signora dal balcone  e inizia a urlare no drone, no drone, non fatelo entrare in casa! Poi abbiamo scoperto, quando siamo diventati amici con tutti gli ultimi giorni, che dei turisti avevano chiesto di far volare il drone in casa sua, ed era scioccata da questa cosa! Cose assurde che capitano a Serravalle. Comunque è stato un inizio in salita perché erano i primi giorni, eravamo un po’ demoralizzate e tutti erano diffidenti. Poi quando trovi il canale giusto di comunicazione alla fine diventi parte del paese, ed è stata una cosa carina” 

A proposito di episodi tipo il drone, di solito quando si scioglie un po’ l’atmosfera poi accadono cose esilaranti che fanno assai ridere: ce ne racconti qualcuna? O anche qualche momento negativissimo! 

“I primi giorni sembrava davvero impossibile fare tutte le interviste che avevamo in mente, perché non erano molto collaborativi, il momento negativo è stato quello. Sulla cosa divertente… è un po’ macabra! All’agriturismo dove eravamo ospiti erano carinissimi con noi e chiacchieravamo spesso. Nelle edizioni precedenti del PDFF era stata utilizzata una mucca per fare il mockumentary, ed era la loro mucca! Nel frattempo, mentre ce lo raccontavano, stavamo mangiando e ci avevano appena servito delle fettine di vitello che insomma…. Alla domanda “ma la mucca che fine ha fatto?” Ci hanno risposto che non c’era più e noi abbiamo guardato nel piatto. È stato uno spettacolo decisamente di humor macabro, non riuscivamo a smettere di ridere!”

La nocciola è decisamente più tranquilla!

“Esatto! In generale durante la settimana abbiamo riso tanto perché le persone quando si scioglievano erano simpatiche. Non ci sono state cose dell’ultimo momento che non hanno funzionato, infatti siamo state anche le prime a consegnare perché siamo state molto brave: la sera quando tornavamo in stanza iniziavo già a imbastire i montaggi delle interviste fatte e questo ci ha aiutate”

Premi strameritati, quello della giuria e quello della distribuzione! Ve lo aspettavate o è stata una sorpresa?

“No, non ce lo aspettavamo, infatti abbiamo esultato neanche fossimo ai mondiali! Ci abbiamo messo tanto impegno, però c’erano anche tanti altri professionisti tra cui Domenico, che conoscevamo e che è bravo. L’unica nota che ci ha fatto sperare è stato dare un tocco di dramma, ci riesce sempre bene. A tal proposito non ti ho detto una cosa! È un super segreto, ed è nel finale: praticamente sembra che l’attore stia piangendo, in realtà si stava strozzando, solo che io ho avuto il colpo di genio, ho detto lo dobbiamo mettere perché sembra proprio che stia piangendo! La giuria ha anche detto che l’interpretazione dell’attore ha commosso nel finale: io non riuscivo a smettere di ridere!”

Anche un pianto fake, straordinario!

“Sì, infatti alla premiazione l’attore è salito sul palco, mi guardava e rideva perché non ci poteva credere neanche lui che fosse un pianto! A parte queste storie, l’impegno ce l’abbiamo messo e la storia ci piaceva, e poi il montaggio lo abbiamo rivisto mille volte prima di consegnarlo. La storia ci convinceva. Volevamo fare tutto molto divertente, però non è troppo nelle nostre corde: abbiamo buttato degli spunti un po’ simpatici qui e là, ma noi siamo più per il dramma e quindi abbiamo giocato su quello”

Vi era mai capitato di lavorare sul falso documentario?

“No, non sapevo nemmeno esistesse questo genere”

Eppure avete vinto alla prima!

“È stata una bella emozione, sì”

Lo rifarete? 

“Sì, magari non quest’anno ma penso che riparteciperemo. Anche perché abbiamo vinto un premio ad Aprilia, dove hanno accettato “Il nocciòlo della questione” come un documentario, come fosse un espediente narrativo, che alla fine poi ci sta. Ci hanno detto che quando l’hanno visto non ci potevano credere da quanto era assurdo! Secondo me il mockumentary può essere utilizzato come espediente per raccontare anche delle cose un po’ più serie, o argomenti più interessanti, però passando dall’assurdo, così da renderlo un po’ meno lineare, un po’ alternativo”

Che accadrà nel futuro di Obiettivo Film? 

“Vorremmo tanto fare qualcosa, anche un cortometraggio. Poi questa esperienza ci ha un po’ aperto gli occhi: con la nostra fiction avevamo già preso un premio a New York, e con il PDFF, partite da zero, ci siamo dette che forse siamo bravine, ci possiamo lavorare e possiamo fare cose. Solo che la quotidianità ti porta un po’ via la fantasia. Diciamo che se trovassimo un espediente tipo quello del PDFF, dove stacchi totalmente e hai un tema da sviluppare intorno a qualcosa di più definito, sarebbe utile. Un po’ di cose le vorremmo fare, sicuramente un corto e forse un thriller! 

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